Il latte materno è il miglior alimento per i neonati

Il 10 maggio 2023 è stato pubblicato da Panorama l’articolo “La fabbrica del latte umano”.
Riportiamo il commento del Dott. Guido Moro, Presidente Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD) – ONLUS, allievo della Prof. Minoli e anche suo successore come Primario della Divisione di Patologia Neonatale alla Macedonio Melloni di Milano, coordinatore di tutte le ricerche sul latte materno promosse in questi anni dalla Fondazione Iolanda Minoli.

E’ scientificamente provato che il latte materno è il miglior alimento disponibile per tutti i neonati, siano essi prematuri o nati a termine.

Quando il latte materno non è disponibile, la migliore alternativa possibile è il latte umano donato fornito da Banche del Latte certificate, di cui l’Italia è particolarmente ricca. Le formule artificiali del commercio debbono essere prese in considerazione soltanto qualora non si abbia a disposizione né il latte materno né il latte umano donato.

Partendo da questo stato di fatto, da alcuni anni i progressi della scienza consentono di riprodurre in laboratorio alcune componenti del latte umano, come le proteine, i grassi ed alcuni zuccheri. Esistono alcune aziende negli Stati Uniti, in Israele ed in Australia in grado di coltivare cellule ricavate dalle ghiandole mammarie di donne operate di mastoplastica riduttiva (riduzione delle dimensioni di un seno ritenuto eccessivamente grande) e di ottenere, con tecniche di selezione e moltiplicazione cellulare, un prodotto simile al latte umano. Non è appropriato parlare di “latte umano” ma di un prodotto “simile al latte umano”. Infatti ancora oggi non si conosce la composizione completa del latte umano. Sono state rinvenute centinaia di componenti al suo interno ed se ne continuano a scoprire di nuove (ultimamente è stata descritta la presenza nel latte umano di glicosaminoglicani, polisaccaridi lineari dotati di attività antivirale).

La Figura 1 mostra la complessità del latte umano, con tutte le componenti sinora scoperte e studiate. Se si considera che le tecnologie attualmente disponibili consentono di riprodurre in laboratorio alcuni dei macronutrienti presenti nel latte umano (come proteine, grassi ed alcuni zuccheri), ma non i micronutrienti e la miriade di componenti biologicamente attivi, si comprende bene come il latte umano prodotto in laboratorio sia solo un lontano parente del latte prodotto dalle mamme.

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Figura 1. Infografica del latte umano (collaborazione tra Tiny Humans CIC e the Human Milk Foundation)

Bisogna poi considerare la variabilità della composizione del latte materno durante le varie fasi dell’ allattamento. Dal primo al sesto giorno di vita il neonato riceverà il “colostro”, la prima forma di latte materno ricco di proteine, sali minerali e anticorpi (come le immunoglobuline). Dal sesto al quindicesimo giorno la mamma produrrà il “latte di transizione”, dove aumenta la concentrazione di grassi e lattosio per consentire un maggior apporto calorico. Dal quindicesimo giorno di allattamento in poi verrà prodotto il “latte maturo”, dove rimane alta la concentrazione di zuccheri e grassi ed aumenta la presenza di anticorpi. Questi continui cambiamenti nella composizione del latte materno fa si che questo alimento sia particolarmente adatto per tutte le varie fasi di vita che il cucciolo dell’uomo incontra dalla nascita in poi. Il latte umano prodotto in laboratorio ha invece una composizione fissa rispetto al latte prodotto da una madre che nutre il suo piccolo, da qui l’assoluta inadeguatezza sia nutrizionale che protettiva di questo latte costruito in laboratorio.

Un altro aspetto importante che va tenuto in considerazione è dato dal fatto che il latte della mamma viene somministrato al piccolo attraverso il seno. I vantaggi dell’allattamento al seno per la diade madre-bambino sono stati ben descritti nella letteratura scientifica. L’allattamento al seno favorisce un importante scambio di sensazioni fisiche e psichiche, che determinano la nascita di un dialogo intimo e piacevole tra la diade mamma e bambino: durante l’allattamento al seno, oltre alla bocca, anche la guancia, il naso, il mento e le manine del bambino sono a stretto contatto con la pelle della mamma, e questo crea delle stimolazioni sensoriali visive, olfattive e tattili fondamentali per lo sviluppo del piccolo e per l’instaurarsi di un rapporto madre-bambino assolutamente unico e insostituibile.

Da tutto questo appare chiaro come, nonostante i progressi che si sono ottenuti con le nuove tecnologie e che si otterranno in futuro con il loro continuo miglioramento, non si riuscirà mai ad ottenere un prodotto non dico uguale, ma anche soltanto simile ad un latte materno somministrato a neonati e lattanti attraverso il seno materno.

Dott. Guido Moro