BACKGROUND
Il latte umano dal punto di vista nutrizionale è l’alimento più adatto per i neonati prematuri. Il suo utilizzo porta a numerosi vantaggi in termini di nutrizione, sviluppo neuro comportamentale, difesa nei confronti delle infezioni, funzionalità gastrointestinale e benessere psicosociale rispetto alle formule artificiali. Tuttavia, nei neonati prematuri, particolarmente in quelli con un peso Esistono in commercio diversi fortificatori del latte umano (FLU), ricavati dal latte vaccino.
Questi fortificatori arricchiscono il latte umano di proteine, calcio, fosforo e carboidrati, come pure di vitamine e oligominerali. La supplementazione del latte umano si accompagna ad un miglior incremento ponderale e ad un significativo aumento della lunghezza e della circonferenza cranica. Un motivo di preoccupazione legato all’utilizzo dei fortificatori del commercio è legato all’osmolalità raggiunta dal prodotto finale dopo la supplementazione. Infatti, l’energia nel FLU è di solito fornita dal contenuto in destrine, che, sotto l’azione dell’amilasi del latte umano, possono essere trasformate in glucosio, con un notevole aumento dell’osmolalità: è stata riportata in letteratura una possibile associazione tra preparati iperosmolari e l’insorgenza di enterocolite necrotizzante.
ABITUDINI ALIMENTARI NELLE UNTI
E’ abitudine in molte Unità Neonatali di Terapia Intensiva (UNTI) alimentare i neonati di peso molto basso con sondino tramite un gavage continuo, per cui l’alimento (latte umano + fortificatore) viene lasciato in aria ambiente per almeno 4 ore. Un’altra consuetudine è rappresentata dal fatto che i pasti dei neonati prematuri ricoverati in una UNTI vengono preparati al mattino e lasciati nel frigorifero per le 24 ore successive. Questo significa che il volume di latte umano necessario per l’alimentazione della giornata, dopo la fortificazione viene suddiviso in 8-10 pasti e lasciato in bottigliette e conservato in frigorifero per l’intera giornata. Entrambi questi procedimenti possono portare ad un significativo aumento dell’osmolalità con il passare del tempo, e a far sì che al momento del pasto il piccolo prematuro possa assumere un alimento con osmolarità eccessiva e pericolosa per la salute del piccolo.
SCOPO DELLO STUDIO
Lo scopo dello studio sarà valutare le modificazioni dell’osmolalità del latte umano subito dopo la fortificazione (10 minuti) e a 1, 2, 4 e 6 ore di conservazione in aria ambiente e a 24 ore con conservazione in frigorifero. Verranno studiati i fortificatori del commercio che vengono abitualmente usati nelle UNTI per valutare le differente risposte in termini di osmolarità a seconda della composizione del fortificatore. Per ogni analisi verranno effettuate 3 determinazioni con apparecchio automatizzato Micro Osmometer Model 3300 (Advanced Instruments, Inc., Norwood, Massachusett, USA) che si basa sulla tecnologia del punto di congelamento e che necessita di campioni di soli 20 μl.
L’obiettivo finale è quello di alimentare i neonati prematuri con la “formula di latte umano”, costituita dal latte della propria mamma (o da quello della banca del latte umano donato) fortificato con proteine ricavate dal latte umano.